Regia: Gabriele Salvatores
Soggetto: Federico Fellini e Tullio Pinelli
Sceneggiatura: Gabriele Salvatores
Direttore della fotografia: Diego Indraccolo
Montaggio: Julien Panzarasa
Scenografia: Rita Rabassini
Costumi: Patrizia Chericoni
Musiche: Federico De' Robertis. Cast: Francesco Vedovati, Anna Pannella UICD
Aiuto regia: Roy Bava
Produttori esecutivi: Massimo Monachini e Arturo Patrizi
Una produzione: Paco Cinematografica con Rai Cinema
Prodotto da: Isabella Cocuzza e Arturo Paglia
Distribuzione: 01 Distribution
Interpreti: Pierfrancesco Favino, Dea Lanzaro, Antonio Guerra, Omar Benson Miller, Anna Ammirati, Anna Lucia Pierro, Tomas Arana, Antonio Catania
Nell'immediato dopoguerra, tra le macerie di una Napoli piegata dalla miseria, i piccoli Carmine e Celestina tentano di sopravvivere come possono, aiutandosi a vicenda. Una notte, s'imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con la sorella di Celestina emigrata mesi prima. I due bambini si uniscono ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna in America e sbarcano in una metropoli sconosciuta, che dopo numerose peripezie, impareranno a chiamare casa.
"Già solo il fatto di essere venuto in possesso di una storia scritta da Federico Fellini e Tullio Pinelli, di cui si sapeva poco o niente, mi è sembrato meraviglioso. Quando poi ho letto questo "trattamento-sceneggiatura" di circa 80 pagine, la meraviglia è diventata desiderio e spinta creativa. Mi sono trovato davanti a una storia avventurosa, divertente, commovente che ci racconta, tra l'altro, come una volta eravamo noi i "migranti", gli "stranieri", i "diversi" (un tema molto attuale!). Ci sono due bambini napoletani come me (sono nato lì solo un anno dopo quello in cui è ambientata la storia), c'è il tema del viaggio, del cambiamento, il problema di diventare adulti . . . il tutto scritto da Fellini e Pinelli. Come fare a non lasciarsi coinvolgere?
Soprattutto, in un momento come quello in cui stiamo vivendo, pervaso da egoismo, indifferenza, diffidenza, rabbia e addirittura odio, mi sembrava bello fare un film che parlasse di solidarietà, accoglienza, sogni e speranze e, in fin dei conti, di amore.
E il fatto che un frammento d'arte cinematografica creato da due Maestri del passato, venga raccolto oggi da noi, eredi di quel Cinema, e fatto rivivere . . . lo trovo bello e, se mi permettete, commovente ".
Gabriele Salvatores
Regia: Cécile Allegra
Interpreti: Marco D'Amore, Marianna Fontana, Maria Esposito, Alessio Gallo, Giuseppe Pirozzi, Antonio Guerra, Ciro Minopoli, Martina Abbate, Catello Buonocuore, Vittorio Edet, Gennaro Filippone
Soggetto: Cécile Allegra
Sceneggiaura: Cécile Allegra
Montaggio: Alessio Doglione, fotografia: Valerio Azzali
Scenografia: Carmine Guarino
Musiche originali: Dario Sansone
Produzione: Picomedia
Durata: 101 minuti
Mimmo Sannino, ex insegnante e ora educatore di strada a Napoli, si dedica a recuperare ragazzi in dispersione scolastica, aiutandoli a ottenere il diploma di terza media in un contesto difficile. Tra lezioni sui trampoli e letture del Barone Rampante, e con l'aiuto dell'assistente sociale Anna, riesce a coinvolgerli. Tuttavia, il suo operato non è ben visto dalle famiglie del quartiere, e il coraggio di questi ragazzi si scontrerà con la dura realtà.
"Ho girato diversi documentari a Napoli, prima di scrivere Criature. Ho elaborato anno dopo anno una visione artistica, il modo in cui volevo raccontare la città. I miei primi film testimoniano questa evoluzione: è un cinema già molto vicino ai protagonisti, un cinéma incarné - che tende a girare attraverso gli occhi del personaggio principale. Per Criature mi sono ispirata alla storia di Giovanni Savino, educatore e fondatore del Tappeto di Iqbal, nel quartiere di Barra - la sua pedagogia circense, l'insegnamento di quello che gli psichiatri chiamano la «formazione tra pari», è stata fondamentale nella scrittura della sceneggiatura. Per ottenere una recitazione spontanea, scartare il melodramma, abbiamo impiegato settimane, decostruito e esplorato le emozioni dei singoli personaggi. Criature scivola dal western urbano ad una dimensione molto più onirica. Ho provato a farlo diventare un corpo filmico organico, una mia Criatura che alla fine non ha paura, come i ragazzi che ne sono protagonisti, di sfuggire del tutto alla realtà e di restituire la possibilità del sogno come un puro elemento di cinema".
Cécile Allegra
Regia: Gianni Amelio
Soggetto e sceneggiatura: Gianni Amelio. Alberto Taraglio
Fotografia: Luan Amelio Ujkaj
Musica: Nicola Piovani
Montaggio: Simona Paggi
Scenografia: Giancarlo Basili
Arredamento: Andrea Castorina
Costumi: Maurizio Millenotti
Collaboratore alla regia: Edoardo Petti
Prosthetic make‐up designer: Andrea Leanza
Suono: Emanuele Cicconi
Montaggio del suono: Domenico Granata
Casting: Francesca Polic Greco
Organizzatore generale: Daniele Bellucci
Produttore esecutivo: Roberto Manni
Prodotto da: Pepito Produzioni con Rai Cinema in associazione con Minerva Pictures Group in associazione con Evolution Peopai sensi della normativa sul tax credit in collaborazione con SBH.
Distribuzione: 01 Distribution
Distribuzione internazionale: Minerva Pictures Group
Durata film: 126'
Anno: 2019
Interpreti: Pierfrancesco Favino, Livia Rossi, Luca Filippi, Silvia Cohen, Alberto Paradossi, Federico Bergamaschi, Roberto De Francesco, Adolfo Margiotta, Massimo Olcese, Omero Antonutti, Giuseppe Cederna, Renato Carpentieri e Claudia Gerini
Hammamet riflette su uno spaccato scottante della nostra Storia recente. Sono passati vent'anni dalla morte di uno dei leader più discussi del Novecento italiano, e il suo nome, che una volta riempiva le cronache, è chiuso oggi in un silenzio assordante. Fa paura, scava dentro memorie oscure, viene rimosso senza appello. Basato su testimonianze reali, il film non vuole essere una cronaca fedele né un pamphlet militante. L'immaginazione può tradire i fatti "realmente accaduti" ma non la verità. La narrazione ha l'andamento di un thriller, si sviluppa su tre caratteri principali: il re caduto, la figlia che lotta per lui, e un terzo personaggio, un ragazzo misterioso, che si introduce nel loro mondo e cerca di scardinarlo dall'interno.
Regia: Gianluca Santoni
Interpreti: Andrea Lattanzi, Francesco Lombardo, Barbara Ronchi, Andrea Sartoretti, Swamy Rotolo, Zoe Trevisan, Alessandro Bernardini, Lanfranco Vicari, Simone Plazzi
Soggetto: Michela Straniero, Gianluca Santoni (premio Solinas 2017)
Sceneggiaura: Michela Straniero, Gianluca Santoni
Montaggio: Desideria Rayner
Fotografia: Damjan Radovanović
Scenografia: Nicola Bruschi
Musiche: DADE
Durata: 100 minuti
Produzione: Nightswim con Rai Cinema
Denni ha dieci anni e una missione da compiere: salvare sua madre dalla violenza di suo padre. Piccolo com'è, da solo non ce la può fare. Perciò decide di chiedere aiuto a uno che la gente la uccide di mestiere: un super-killer. La persona scelta è il Secco, che non è un criminale ma un innocuo sbandato con un disperato bisogno di soldi, che finge di accettare l'incarico solo per derubare il padre del bambino. L'incontro tra Denni e Secco dà vita a un'avventura che oscilla tra dramma e commedia.
"Il Secco e Denni sono come due fratelli che hanno rifiutato il modello paterno, e ora sono persi, inconsapevolmente alla ricerca di un nuovo modo di essere uomini. I due protagonisti sono una coppia che ha a che fare con un ventaglio di emozioni ricco di sfumature. Sono due personaggi molto diversi, ma le caratteristiche di uno riecheggiano nell'altro. Con loro ho voluto recuperare la grande capacità del cinema italiano di raccontare il dramma anche attraverso l'ironia, ma con uno sguardo attuale e personale. Ho voluto raccontare la rabbia di chi è imprigionato in certe condizioni, e la tenerezza, che nonostante tutto sopravvive. Portando lo spettatore ad altezza di bambino, abbiamo trattato il tema della violenza senza fare sconti, ma evitando uno sguardo morboso o retorico. In questo film la violenza domestica non viene mai mostrata, eppure la sua presenza è chiara per noi spettatori, come lo è per il piccolo protagonista. E proprio come lui vorremmo fare qualcosa per fermarla, ma ci sentiamo piccoli e deboli. Guardare il mondo con gli occhi di Denni per me vuol dire non banalizzare, ma riconoscere ai bambini una complessità di pensiero. Assieme a lui scopriamo come la violenza possa essere la più terribile delle eredità, ma evitarla è possibile e necessario".
Gianluca Santoni
Regia: Daniele Luchetti.
Cast: Elio Germano, Vittoria Puccini, Isabella Ferrari, Federica Rosellini, Pilar Fogliati, Elena Arvigo, Giordano De Plano, Elena Bouryka, Bruno Orlando, Roberto Latini, Luca Gallone, Sofia Luchetti.
Sceneggiatura: Francesco Piccolo, Daniele Luchetti, dal romanzo omonimo di Domenico Starnone
Fotografia: Ivan Casalgrandi
Montaggio: Ael Dallier Vega
Scenografia: Paolo Bonfini
Costumi: Sonia Travaglia
Produttore: Marco Cohen, Fabrizio Donvito, Benedetto Habib, Daniel Campos Pavoncelli
Produzione: Indiana Production, Vision Distribution, con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte
Distribuzione: Vision Distribution.
Anno: 2023
Durata: 136
Di cosa ha più vergogna Pietro, del segreto inconfessabile che racconta a Teresa, la donna che dice di amare, o della sua intera esistenza, costruita per sembrare migliore di quello che è? Tratto dall'omonimo romanzo di Domenico Starnone, Confidenza ci offre il ritratto perfetto del maschio contemporaneo, un uomo in fuga dalle sue debolezze che può soltanto sperare di essere, finalmente, smascherato.
"Troppa vicinanza con la persona amata può danneggiare la nostra vita? Amore e paura possono coesistere in un rapporto di coppia? Confidenza racconta la vita sbilanciata di Pietro Vella, il suo essere perennemente col baricentro altrove. Un professore presente nelle vite dei suoi studenti ma quasi assente a se stesso. Una vita da impostore, con un segreto indicibile, un buco nero alle spalle, eppure stimato, adorato, e portato ad esempio ad una nazione intera. Una vita intera condizionata dalla paura di essere smascherato dalla persona amata, l'unica con la quale in un momento di abbandono ha avuto totale fiducia".
Daniele Lucchetti
Regia: Gianni Amelio.
Anno: 1992
Durata: 114 minuti
Soggetto e sceneggiatura: Gianni Amelio, Sandro Petraglia, Stefano Rulli
Produttore: Angelo Rizzoli. Fotografia: Tonino Nardi, Renato Tafuri
Montaggio: Simona Paggi
Musiche: Franco Piersanti
Scenografie: Andrea Crisanti
Costumi: Gianna Gissi, Luciana Morosanti
Distribuzione: DARC Angelo Rizzoli
Una famiglia siciliana emigrata a Milano trascina il quotidiano con estrema difficoltà. La madre vive di lavori saltuari, i due figli sono allo sbando. La figlia maggiore è avviata alla prostituzione. Dura poco. Intervengono le autorità che arrestano la madre e trasferiscono i due figli a un istituto di Civitavecchia. Un carabiniere calabrese, insieme a un collega, ha l'incarico del trasferimento in treno dei ragazzi. A Bologna però il collega lo molla per raggiungere una vecchia fiamma e così Antonio, questo il nome del militare, è costretto ad accollarsi in toto la responsabilità di quella situazione. I due ragazzi non collaborano granché visto che odiano l'autorità rappresentata dalla divisa da carabiniere di Antonio. Quest'ultimo fa di tutto per ingraziarsi i due fratelli. Ad aggravare la situazione gli attacchi d'asma di Luciano e rincarare la dose ci si mette anche l'istituto che non ammette i fratelli perché mancherebbe un certificato medico di Rosetta, la maggiore.
Completamente spiazzato dalla situazione: l'istituto con la scusa del certificato ha cercato di sottrarsi a un caso difficile da gestire, Antonio porta i due piccoli in Calabria a casa della sorella. Qui i ragazzi in occasione di una festa per una Comunione cominciano a socializzare fino a quando rosetta è riconosciuta e sono costretti a riprendere il viaggio. Vanno in Sicilia, altre disavventure, perfino un'accusa di sequestro di persona ad Antonio da parte di un maresciallo dell'Arma. La buona azione duenque si ritorce contro il povero carabiniere calabrese. Non resta che riprendere la strada verso l'istituto e un destino gramo.
Road movie che attraverso un'Italia intrisa di corruzione e opportunismo racconta il collasso del sistema familiare che fa pagare ai più deboli lo scotto di quella crisi che sfocia in perbenismo e soprusi. Un cortocircuito in cui ai bambini è negata un'infanzia serena nonostante le buone intenzioni del carabiniere che li accompagna e e che alla fine rappresenta un'autorità svuotata di significato. Resta l'empatia che si instaura fra i tre.
Regia: Gianni De Blasi
Interpreti: Diego Abatantuono, Biagio Venditti, Marit Nissen, Roberta Mattei, Luciano Scarpa, Pinuccio Sinisi, Monica Contini, Guendalina Losito, Dan Borduz
Soggetto e sceneggiatura: Gianni De Blasi, Antonella W. Gaeta, Pippo Mezzapesa
Tratto dal romanzo: L'ultima settimana di settembre di Lorenzo Licalzi, (edito da Rizzoli)
Fotografia: Giorgio Giannoccaro
Montaggio: Mattia Soranzo
Musiche: Originali Andrea "Pupillo" De Rocco
Scenografia e arredi: Egle Calò
Costumi: Lilian Indraccolo
Prodotto da: Attilio De Razza e Nicola Picone per Tramp Limited
Produttore associato: Salvatore Caracuta per PASSO UNO CINEMA
Una produzione: TRAMP LIMITED
In associazione con: PASSO UNO CINEMA e MEDUSA FILM
In collaborazione con: PRIME VIDEO
Distribuzione: Medusa Film
Durata: 90 minuti
Pietro Rinaldi è un anziano scrittore in declino. Rimasto vedovo e ormai stanco della vita, progetta
di suicidarsi nel giorno del suo compleanno ma un'inattesa tragedia sconvolge i suoi propositi. La
morte improvvisa di sua figlia e del genero a causa di un incidente automobilistico, lo porta a
doversi occupare del nipote adolescente Mattia. Nonno e nipote, che si sono fino ad allora
ignorati, si ritrovano a vivere una dolorosa, quanto indesiderata, convivenza . . .
Un viaggio che si rivelerà fondamentale per loro. Colpi di scena e avvenimenti inaspettati
cambieranno per sempre i loro destini.
"Scrittore sulla vetta del successo per molto tempo, Pietro Rinaldi ora fa i conti con il declino. Si
ritrova così solo e frustrato a contemplare nel suicidio l'ultima possibilità di consacrazione.
Ma il lutto che lo investe lo costringe finalmente ad aprire gli occhi per trovare Mattia: il riflesso di
sé stesso. Il viaggio col nipote non sarà un "back to life", ma piuttosto un mettersi allo specchio per riuscire ad accettarsi, a perdonarsi, ad ammettere di doversi annoverare tra le categorie di esseri umani che avrebbe appuntato sul suo taccuino.
Pietro, attraversando il dolore condiviso col nipote, da scrittore maledetto si riscopre
improvvisamente nonno solido, originale, spiritoso e ironicamente rude. Non di quelli che
raccontano le favole, ma di quelli che senza falsi moralismi, ti insegnano a crescere lasciandoti
libero di sbagliare. A sua volta Mattia ritrova un suo senso nel mondo assorbendo l'immagine dolente di Pietro, divenendo specchio necessario al nonno. Nel frattempo conserva i tratti caratteristici dell'innocenza: la passione per la pesca, l'impaccio del primo amore, la dolcezza che investirà Pietro, nel momento in cui finalmente si sentirà chiamare "nonno".
Il road movie offre il pretesto per trovare un terreno neutro su cui muovere la coppia. Ma il nostro
stile è molto distante dalla loquacità del "Viaggio con papà" di sordiana memoria o dalle atmosfere
pop di "Little miss sunshine". Il nostro film vuole essere morbido, poetico, emozionante.
Un racconto dell' "ironia della sorte" che investe tutti gli esseri umani. In questo "terreno di gioco"
la macchina da presa si muove tra fiammate e pause, a centrare gli umori dei personaggi, restando ad osservarli soprattutto nel loro "non dirsi". Da inquadrature fisse e inchiodate si scivola
su movimenti di macchina fluidi, in un'osservazione ravvicinata che restituisce uno stile realistico".
Gianni De Blasi
Regia: Ferzan Ozpetek, Soggetto Ferzan Ozpetek, Carlotta Corradi
Sceneggiatura: Di Ferzan Ozpetek, Carlotta Corradi, Elisa Casseri
Fotografia: Gian Filippo Corticelli
Montaggio: Pietro Morana
Scenografia: Deniz Kobanbay
Aiuto regia: Gastone Salerno
Costumi: Stefano Ciammitti
Coordinatrice post-produzione: Monica Verzolini
Musiche di: Giuliano Taviani E Carmelo Travia
Produttore delegato: Ughetta Curto
Produttore esecutivo: Enrico Venti, Prodotto Da Marco Belardi
Interpreti: Luisa Ranieri, Jasmine Trinca, Stefano Accorsi, Luca Barbarossa, Sara Bosi, Loredana Cannata, Geppi Cucciari, Anna Ferzetti, Aurora Giovinazzo, Nicole Grimaudo, Milena Mancini, Vinicio Marchioni, Paola Minaccioni, Edoardo Purgatori, Carmine Recano, Elena Sofia Ricci, Lunetta Savino Vanessa Scalera, Carla Signoris, Kasia Smutniak, Mara Venier, Giselda Volodi, Milena Vukotic
Un regista convoca le sue attrici preferite, quelle con cui ha lavorato e quelle che ha amato. Vuole fare un film sulle donne ma non svela molto: le osserva, prende spunto, si fa ispirare, finché il suo immaginario non le catapulta in un'altra epoca, in un passato dove il rumore delle macchine da cucire riempie un luogo di lavoro gestito e popolato da donne, dove gli uomini hanno piccoli ruoli marginali e il cinema può essere raccontato da un altro punto di vista: quello del costume. Tra solitudini, passioni, ansie, mancanze strazianti e legami indissolubili, realtà e finzione si compenetrano, così come la vita delle attrici con quella dei personaggi, la competizione con la sorellanza, il visibile con l'invisibile.
"Mi piaceva l'idea di collocare le stesse attrici in due diverse epoche, per mostrare come possono trasformarsi fisicamente e nel carattere. Diamanti è anche un'opera che riconduce ad un periodo della mia gioventù, c'è la nostalgia per quel mondo ormai scomparso, abiti così non si fanno più, oggi si riadattano quelli esistenti.
Il film è dedicato a Mariangela Melato, Virna Lisi e Monica Vitti, tre donne e attrici
straordinarie con le quali avrei voluto lavorare ma per un motivo o per l'altro le cose
non sono andate come avrei voluto".
Ferzan Ozpetek
Regia: GIANNI AMELIO
Soggetto: Gianni Amelio liberamente ispirato a "La sfida" di Carlo Patriarca edizioni BeatBestseller.
Sceneggiatura: Gianni Amelio, Alberto Taraglio
Fotografia: Luan Amelio Ujkaj
Musica: Franco Piersanti
Montaggio: Simona Paggi
Costumi: Luca Costigliolo
Scenografia: Beatrice Scarpato
Arredamento: Lia Canino
Aiuto regista: Paolo Giacomo Marino
Casting: Maurilio Mangano
Operatore alla macchina: Emanuele Chiari.
Trucco: Rroberto Pastore
Acconciature: Elisabetta De Leonardis
Suono di presa diretta: Emanuele Cicconi
Microfonista: Andrea Colaiacomo
Montaggio del suono: Alessndro Feletti
Tecnico del missaggio: Marco Falloni
VFX Caos online / Digimax
Organizzatore generale: Carlo Corbucci
Produttore esecutivo: Patrick Carrarin
Produttrici delegate per Rai Cinema: Samanta Antonnicola, Sara Conforti
Prodotto da: Simone Gattoni,Marco Bellocchio, Beppe Caschetto, Bruno Benetti
Una produzione: Kavac Film, IBC Movie, One Art, con Rai Cinema, con la collaborazione di Regione Friuli-Venezia Giulia eFriuli-Venezia Giulia Film Commission e in collaborazione con Trentino Film Commission
Distribuzione italiana: 01 Distribution
Distribuzione internazionale: Rai Cinema International Distribution
Durata film: 104'
Anno di produzione: 2024
Interpreti: Alessandro Borghi, Gabriel Montesi, Federica Rosellini, Giovanni Scotti, Vince Vivenzio, Alberto Cracco, Luca Lazzareschi, Marmia Grazia Plos, Rita Bosello
Sul finire della Prima guerra mondiale. Due ufficiali medici, amici d'infanzia lavorano nello stesso ospedale militare, doveogni giorno arrivano dal fronte i feriti più gravi.
Molti di loro però si sono procurati da soli le ferite, sono dei simulatori, che farebbero di tutto per non tornare a combattere.
Stefano, di famiglia altoborghese, con un padre che sogna per lui un avvenire in politica, è ossessionato da questi autolesionisti e, oltre che il medico, fa a suo modo lo sbirro.
Giulio, apparentemente più comprensivo e tollerante, non si trova a proprio agio alla vista del sangue, è più portato verso la ricerca, avrebbe voluto diventare un biologo.
Anna, amica di entrambi dai tempi dell'università, sconta il fatto di essere donna. A quei tempi, senza una famiglia influente alle spalle, era difficile arrivare a una laurea in medicina. Ma lei affronta con grinta un lavoro duro e volontario alla Croce Rossa.
Qualcosa di strano accade intanto tra i malati: molti si aggravano misteriosamente.
Forse c'è qualcuno che provoca di proposito delle complicazioni alle loro ferite, perché i soldati vengano mandati a casa, anche storpi, anche mutilati, purché non tornino in battaglia.
C'è dunque un sabotatore dentro l'ospedale, di cui Anna è la prima a sospettare.
Ma sul fronte di guerra, proprio verso la fine del conflitto, si diffonde una specie di infezione che colpisce più delle armi nemiche. E presto contagia anche la popolazione civile.
Regia: Filippo Barbagallo
Interpreti: Filippo Barbagallo, Alice Benvenuti, Martina Gatti, Brando Pacitto, Valeria Milillo, Valerio Mastandrea
Soggetto: Filippo Barbagallo (realizzato nell'ambito del corso di sceneggiatura della Scuola Nazionale di Cinema)
Sceneggiaura: Filippo Barbagallo
Montaggio: Irene Vecchio
Fotografia: Lorenzo Levrini
Scenografia: Alessandra Ricci
Musiche originali: Pop X
Durata: 88 minuti
Produzione: Elsinore Film, Wildside, Vision Distribution
Dario, 25 anni, è aggrappato al suo equilibrio da adolescente: vive ancora a casa con i suoi e ha lo stesso gruppo di amici dal liceo. Quando nel torrido agosto romano inizia a frequentarsi prima con Caterina, una ragazza conosciuta per caso, e poi con Lara, la ragazza "irraggiungibile" che ha sempre amato, dovrà scegliere se restare nella sua comfort zone o lasciarsi finalmente andare.
"Prima di scrivere "Troppo Azzurro", mi piaceva l'idea di raccontare una storia che avesse il tono di una conversazione fra amici. In cui non si ha la pretesa di sorprendere a tutti costi, né di spiegare qualcosa, in cui si sdrammatizza per non annoiare e anche un po' per pudore. Volevo che fosse come una birretta. Leggera, la butti giù in un attimo e ti viene da dire: "Oh, alla fine oggi non si sta mica male". Ho scritto la sceneggiatura con quest'idea in testa e, quando poi le cose si sono messe in movimento, ho cercato di seguire quell'intento anche come direttiva per la regia e per la mia recitazione. Ho cercato di fare un film ironico e gentile. In cui, spero, qualcuno possa trovare qualcosa di sé, di un amico, di un conoscente o di un famigliare. Credo di averlo fatto perché avevo voglia di far funzionare in un film le cose che a volte, nella vita di tutti i giorni, non si incastrano bene. Di raccontare delle sensazioni speciali che durano un attimo. E forse, anzi sicuramente, di parlare un po' d'amore".
Filippo Barbagallo
Regia: Andrea Segre
Sceneggiatura: Andrea Segre, Marco Pettenello
Fotografia: Benoît Dervaux
Montaggio: Jacopo Quadri
Musiche originali: iosonouncane
Scenografia: Alessandro Vannucci
Produttore associato: Alessio Lazzareschi
Produttrice delegata Aiuto regia Segretaria di edizione: Serena Alfieri, Vincenzo Rosa
Interpreti: Elio Germano, Elena Radonicich, Paolo Pierobon, Roberto Citran, Andrea Pennacchi, Giorgio Tirabassi, Paolo Calabresi, Francesco Acquaroli, Fabrizia Sacchi
Distribuzione: Lucky Red
Una produzione: Vivo film e Jolefilm con Rai Cinema
In coproduzione con: Tarantula, Agitprop
Prodotto da: Marta Donzelli e Gregorio Paonessa
Coprodotto da: Francesco Bonsembiante, Jospeh Rouschop, Martichka Bozhilova
Durata: 122 minuti
Anno: 2024
Quando una via sembra a tutti impossibile, è necessario fermarsi? Non l'ha fatto Enrico Berlinguer, segretario negli anni Settanta del più importante partito comunista del mondo occidentale, con oltre un milione settecentomila iscritti e più di dodici milioni di elettori, uniti dalla grande ambizione di realizzare il socialismo nella democrazia. Sfidando i dogmi della guerra fredda e di un mondo diviso in due, Berlinguer e il PCI tentarono per cinque anni di andare al governo, aprendo a una stagione di dialogo con la Democrazia Cristiana e arrivando a un passo dal cambiare la storia. Dal 1973, quando sfuggì a Sofia a un attentato dei servizi bulgari, attraverso le campagne elettorali e i viaggi a Mosca, le copertine dei giornali di tutto il mondo e le rischiose relazioni con il potere, fino all'assassinio nel 1978 del Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro: la storia di un uomo e di un popolo per cui vita e politica, privato e collettivo, erano indissolubilmente legati.
"Di solito si vede la lotta delle piccole ambizioni, legate a singoli fini privati, contro la grande ambizione, che è invece indissolubile dal bene collettivo".
Antonio Gramsci
Fondatore del Partito Comunista Italiano
Regia: Gianni Amelio
Soggetto: dal libro omonimo di Leonardo (Adelphi)
Sceneggiatura: Gianni Amelio
Fotografia: Tonino Nardi
Interpreti: Gian Maria Volontè, Ennio Fantastichini, Giovampietro, Carpentieri, Tuccio Musumeci, Silverio Blasi, Giacomo Piperno), Lydia Alfonsi
Scenografia: Franco Velchi
Musica: Piersanti
Montaggio: Simona Paggi
Prodotto da: Angelo Rizzoli
Una produzione: Erre Produzioni, Istituto Luce, Urania Film
Distribuzione: Istituto Luce, Italnoleggio Cinematografico, 1990
Durata: 108'
In una tiepida mattina di marzo del 1937, a Palermo,Tommaso Scalia commette tre omicidi. Con fredda determinazione uccide prima il suo superiore che lo aveva licenziato, poi l'uomo che aveva preso il suo posto alla Confederazione fascista Professionisti e Artisti, e infine sua moglie. Poi torna a casa, prepara da mangiare al figlio e aspetta, sdraiato sul letto, che lo vengano ad arrestare.
In Corte d'Assise inizia un processo dall'esito apparentemente scontato, poiché sotto il fascismo per quei reati è prevista la pena di morte. Ma il giudice a latere, Vito Di Francesco, prima confusamente, poi scoprendosi sempre più, anche rispetto al presidente del Tribunale, che non vede di buon occhio tanti dubbi e incertezze rispetto a una legge dello stato (legge che permette alla gente di dormire tranquilla,"con le porte aperte"), cerca una strada per salvare dalla fucilazione quell'assassino che pure sembra non voler essere salvato.
Anche contro il desiderio dello stesso imputato, che vuole un processo rapido e una sentenza di morte, il giudice indaga, chiede, non si accontenta della realtà dei fatti. Ma il suo accanimento va al di là della sete di giustizia. Di Francesco agisce soprattutto perché
considera la pena di morte una atto di inciviltà.
Un processo difficile: pressioni sottili eppure penetranti, che lo spingono ad uniformarsi alla volontà popolare, a svolgere semplicemente il suo dovere d'ufficio, arrivano a Di Francesco da ogni direzione, anche dalla sua stessa famiglia che, se pure per affetto, lo vuole uomo di potere e al sicuro. Ed è difficile, perché i tanti e ingegnosi tentativi di trovare attenuanti a quei tre omicidi vengono vanificati e addirittura derisi dallo stesso imputato. Cosicché alla fine il giudice sta per arrendersi. Ma, a processo concluso, quando già tutto sembra deciso, il giudice Di Francesco scopre di non essere solo.
Regia: Loris Lai
Cast: Marwan Hamdan, Mikhael Fridel, Tom Rhys Harries, Lyna Khoudri, Qassim Gdeh, Hussam Shadat, Yasmine Attia, Oday Saedi, Jaron Löwenberg, Ruth Rosenfeld, Jamal Sassi.
Musiche: Nicola Piovani
Produzione: Belgio,Italia 2024
Distribuzione: Eagle Picture
Durata: 110′
Striscia di Gaza, 2003. Nel territorio di Gaza sono ancora presenti insediamenti israeliani. Mahmud (11 anni) è come tanti altri bambini palestinesi. Va a scuola, aiuta la sua giovane madre Farah, che per lui spera in una vita diversa, gioca a "Israeliani contro Palestinesi" con gli amici, ma la sua grande passione è il surf. In una realtà di bombardamenti e sparatorie, scandita dalla paura e dal pericolo, il surf rappresenta uno spazio di gioia e libertà. L'amore di Mahmud per il surf è condiviso da un suo coetaneo israeliano, Alon. Quando i due si incontrano sulla spiaggia nasce una curiosità reciproca che potrebbe diventare amicizia, nonostante le estreme difficoltà del contesto. Le cose cambiano quando i due bambini incontrano Dan (30 anni), un ex campione di surf la cui carriera è stata stroncata da un infortunio. Dan, vittima di una dipendenza dagli antidolorifici, è in lutto per la morte della sorella, uccisa in un bombardamento mentre lavorava come medico volontario proprio sulla striscia di Gaza. L'incontro con Mahmud e Alon, e la decisione di dare loro lezioni di surf perché possano inseguire i loro sogni, darà una svolta alla sua vita. Nello stesso tempo Mahmud e Alon, a causa della loro amicizia, si troveranno a fare una scelta ribelle e capace di sconvolgere le loro esistenze.
"Loris Lai assieme allo sceneggiatore Dahlia Heyman dimostrano una notevole abilità nel navigare queste acque e, attraverso una regia ed una scrittura metaforica e profonda, I bambini di Gaza. Sulle onde della libertà si sviluppa su più livelli. Il film di Loris Lai contiene in sè tante tracce, esplora il tema del pregiudizio e dell'intolleranza e mette in scena una regia che attraversa varie forme. Si passa dal realismo magico della scena d'apertura, in cui i bambini giocano alla guerra con fucili di legno al frequente ralenti che da vita a molti attimi di sospensione; dalla macchina da presa che si capovolge di 180 gradi, creando l'effetto di un mondo sottosopra, alle sorde e suggestive riprese subacque. Assieme al direttore della fotografia Shane Sigler, Lai crea immagini sfumate dal sole del deserto, come quella in cui Mahmud insegue Alon all'interno dei grossi tubi di cemento o quella in cui il commerciante Ashraf, Mahmud e il suo amico Jamil esplorano i segreti degli oscuri tunnel sotterranei che permettono a Gaza di sopravvivere. Infine, grazie alla colonna sonora di Nicola Piovani, il film talvolta ci trasporta in una dimensione metafisica".
Matteo Di Maria
Regia: Paolo Genovese
Soggetto: Paolo Genovese
Sceneggiatura: Paolo Genovese, Isabella Aguilar, Lucia Calamaro, Paolo Costella, Flaminia Gressi
Direttore della fotografia: Fabrizio Lucci
Scenografia: Massimiliano Sturiale
Montaggio: Consuelo Catucci.
Aiuto Regia: Giuseppe Curti
Prodotto da: Lotus Production, una società Leone Film Group, con Rai Cinema
In collaborazione con: Disney+
In associazione con: Vice Pictures
Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo: Raffaella Leone e Andrea Leone
Distribuzione: 01 Distribution.
Interpreti: Edoardo Leo, Pilar Fogliati, Emanuela Fanelli, Maria chiara Giannetta, Claudia Pandolfi, Vittoria Puccini, Marco Giallini, Maurizio Lastrico,Rocco Papaleo, Claudio Santamaria
Durata: 97 minuti
La nostra mente è un posto molto affollato, siamo tutti pluriabitati con tante diverse personalità che devono convivere tra di loro. Razionali, romantiche, istintive, a volte folli. Ma chi comanda veramente?
FolleMente è la storia di un primo appuntamento, una divertente commedia romantica che ci fa entrare nei pensieri dei due protagonisti per scoprire i meccanismi misteriosi che ci fanno agire.
Le varie personalità avranno voce e corpo e le vedremo discutere, litigare, gioire e commuoversi per cercare di avere il sopravvento e prendere la decisione finale.
"Quante personalità abbiamo? Con quanti aspetti del nostro carattere dobbiamo fare i conti quando prendiamo una decisione? E quanti scontri avvengono nella nostra mente quando questa decisone è scomoda, complicata, destabilizzante o rischiosa? Questo il punto di partenza di questa commedia che vuole indagare e raccontare la conflittualità che abbiamo nell'affrontare le decisioni della vita e soprattutto nell'affrontare quelle decisioni che la vita ce la possono rendere meravigliosa o insopportabile: ovvero quelle sentimentali. Una commedia romantica, apparentemente classica nel suo svolgimento, ma con un punto di vista nuovo e inesplorato: l'interno della mente dei due protagonisti.
Immaginate una coppia, Piero e Lara, un primo appuntamento, cena a casa di lei, lui che arriva con una buona bottiglia, lei che ha preparato il suo piatto forte, l'imbarazzo iniziale, i convenevoli, le chiacchiere per fare colpo, le insicurezze, l'emozione del primo incontro. Vediamo lo svolgersi della serata ma non soltanto nella realtà, entreremo nelle loro teste per scoprire tutto quello che succede quando si formano i nostri pensieri e prendono forma le nostre emozioni, i meccanismi misteriosi e sorprendenti che portano ognuno di noi a decidere ogni singolo gesto, azione, parola o atteggiamento prima che questi divengano realtà.
Le varie personalità che ci abitano finalmente avranno voce e non solo quella, avranno anche un corpo in carne e ossa e un luogo simbolico dove li vedremo confrontarsi e scontrarsi, un luogo che rappresenta metaforicamente l'interno del nostro cervello, una stanza piena di oggetti, giocattoli, schedari, ricordi, fotografie e tutto quello che si accumula dentro la nostra testa durante una vita intera. Saranno liberi di esprimersi come vogliono: li vedremo discutere e litigare, gioire, piangere e commuoversi a seconda degli eventi di questa storia".
Paolo Genovese
Produzione: Alia Film, Arena Films, Cecchi Gori Group Tiger Cinematografica (Roma).
Regia: Gianni Amelio. Sceneggiatura: Gianni Amelio, Andrea Porporati, Alessandro Sermoneta.
Distribuzione: Cecchi Gori Group Tiger Cinematografica (Roma).
Soggetto: Gianni Amelio, Andrea Porporati, Alessandro Sermoneta.
Musica: Franco Piersanti
Interpreti: Esmeralda Ara, Carmelo Di Mazzarelli, Nikolin Elezi, Elida Janushi, Besim Kurti, Enrico Lo Verso, Piro Milkani, Sefer Pema, Michele Placido.
Dati tecnici: Lungometraggio, Colore, 35 mm,125 minuti
Montaggio: Simona Paggi
Scenografia: Giuseppe M. Gaudino
Costumi: Liliana Sotira, Claudia Tenaglia
51. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica (1994).
Premio: Osella d'oro per la regia a Gianni Amelio (1994).
Due faccendieri italiani comprano per pochi soldi un calzaturificio statale in Albania. Le leggi locali richiedono la partecipazione di un socio albanese. I due trovano la persona che fa per loro in un ex lager del regime: è Spiro Tozaj, un vecchio malato, matto e solo. Basterà che firmi i contrati d'acquisto. Tutto va per il verso giusto. Fiore, il più esperto dei due, torna in Italia. Il giovane Gino si ritrova a dover dirigere l'azienda da solo. Alla vigilia di un appuntamento al ministero dell'industria, il vecchio Spiro fugge. Gino lo ritrova nell'ospedale di una città del nord. La sua auto viene manomessa, devono tornare a Tirana a piedi. Durante il viaggio, Gino scopre che Spiro crede di essere in Italia alla fine della guerra e di avere ancora poco più di vent'anni. Telefona a Fiore e viene a sapere che l'affare del calzaturificio è saltato. Disperato, abbandona il vecchio in un albergo per correre a Tirana, dove però lo arrestano per la corruzione del funzionario albanese che li aveva agevolati. Gino firma una confessione.La polizia lo libera ma gli sequestra il passaporto. Vaga nella capitale scossa dai tumulti, e, per sfuggire al processo, si imbarca in uno dei traghetti in partenza per l'Italia presi d'assalto dagli emigranti. Sulla nave incontra Spiro, che è convinto di essere in viaggio per l'America.
Diretto da: Greta Scarano
Scritto da: Sofia Assirelli, Tieta Madia, Greta Scarano
Casting Director: Francesca Borromeo (u.i.c.d.)
Direttore della Fotografia: Valerio Azzali
Montaggio: Valeria Sapienza
Scenografia: Andrea Castorina (a.s.c.)
Musiche: Giuseppe Tranquillino Minerva
Direttore di Produzione: Neri Migani
Produttore Esecutivo: Paolo Lucarini
Produttrice Associata: Margherita Murolo
Prodotto da: Matteo Rovere
Una produzione: GROENLANDIA, HALONG con RAI CINEMA
In collaborazione con: NETFLIX
Una distribuzione: 01 Distribution
Durata: 95'
Irene vive la sua vita a Roma, quando sua madre le chiede di tornare per qualche giorno a Rimini, la città dove è nata e dalla quale è fuggita, per prendersi cura del fratello maggiore autistico, Omar. Una volta insieme, Irene scopre che Omar ha le idee chiarissime sul suo futuro: non ha nessuna intenzione di vivere con lei quando i loro genitori non ci saranno più ed è pronto a tutto per realizzare i sogni della sua vita: vuole sposarsi, vuole fare tre figli perché 3 è il numero perfetto e vuole diventare un cantante rap famoso. Ma perché tutte queste cose accadano, Omar deve prima di tutto diventare autonomo. Con Irene inizia così un tenero e toccante corso intensivo per diventare "adulto". Nella loro casa piena di ricordi, Irene e Omar affrontano insieme paure e speranze e scoprono che per crescere, a volte, bisogna essere in due.
"Quando ho intercettato la storia di Damiano e Margherita Tercon ne sono rimasta letteralmente folgorata: ho sentito che aveva un enorme potenziale emotivo e ho immediatamente pensato che l'avrei voluta raccontare come regista. Pur non avendo un fratello con disabilità, sono cresciuta in una famiglia disfunzionale, cosa che mi ha fatto empatizzare da subito con la famiglia protagonista del film e penso che chiunque, pur non vivendo la specifica condizione della disabilità, possa ritrovare un pezzetto di sé nelle dinamiche del film. Vorrei che il pubblico comprendesse il punto di vista di Irene, una "sibling" destinata a fare la caregiver del fratello, che cresce con la missione di dover disturbare il meno possibile i genitori impegnati ad accudire il figlio con disabilità. Vorrei che emergesse forte e chiaro anche il punto di vista di Omar: il suo modo di vedere il mondo e le difficoltà di vivere con una disabilità e con il continuo confronto con una sorella "normale". Nel film viene affrontata la questione della disabilità, ma per me era fondamentale che non fagocitasse tutto il racconto, esattamente come per il protagonista, la cui disabilità è solo una delle tante caratteristiche che lo definiscono come persona. Abbiamo trattato temi come quello dell'accudimento di persone con disabilità e il tema del "dopo di noi" che tormenta le famiglie che vivono questa condizione, cercando di affrontarli con delicatezza, ma allo stesso tempo con grande franchezza; la stessa franchezza che caratterizza il rapporto tra i due fratelli, cosa che rende il racconto genuino e privo di qualsiasi forma di retorica. Abbiamo preso Yuri Tuci per interpretare il protagonista del nostro film non perché sia un uomo autistico, ma perché è un attore formidabile. Sono stata ipnotizzata dal suo carisma mentre lo osservavo nel suo monologo teatrale Out is Me e ho capito che avrebbe potuto davvero interpretare un ruolo molto distante dalla sua personalità grazie agli strumenti che negli anni di teatro è riuscito ad affinare, uniti naturalmente al suo enorme talento".
Greta Scarano
Regia: Francesco Costabile
Interpreti: Francesco Gheghi, Barbara Ronchi, Francesco Di Leva, Marco Cicalese, Francesco De Lucia, Stefano Valentini, Tecla Insolia, Enrico Borrello, Giancarmine Ursillo, Carmelo Tedesco, Edoardo Paccapelo
Soggetto: Francesco Costabile, Vittorio Moroni, Adriano Chiarelli (tratto dal libro "Non sarà sempre così" di Luigi Celeste)
Sceneggiaura: Francesco Costabile, Vittorio Moroni, Adriano Chiarelli
Montaggio: Cristiano Travaglioli
Fotografia: Giuseppe Maio,
Scenografia: Luca Servino
Musiche originali: Valerio Vigliar
Produzione: Tramp Ltd, Indigo Film, O'Groove
In collaborazione con: Medusa Film
Durata: 120 minuti
Luigi Celeste ha vent'anni e vive con sua madre Licia e suo fratello Alessandro, i tre sono uniti da un legame profondo. Sono quasi dieci anni che nessuno di loro vede Franco, compagno e padre, che ha reso l'infanzia dei due ragazzi e la giovinezza di Licia un ricordo fatto di paura e prevaricazione. Luigi vive la strada e, alla ricerca di un senso di appartenenza e di identità, si unisce a un gruppo di estrema destra dove respira ancora rabbia e sopraffazione.
Un giorno Franco torna, rivuole i suoi figli, rivuole la sua famiglia, ma è un uomo che avvelena tutto ciò che tocca e rende chi ama prigioniero della sua ombra.
Quella di Luigi e della sua famiglia è una storia che arriva al fondo dell'abisso per compiere un percorso di rinascita, costi quel che costi.
"Familia è un melodramma nero, contamina diversi linguaggi tipici del cinema di genere: dal thriller psicologico, al cinema horror fino al film a tematica sociale. In questa contaminazione c'è il desiderio di sperimentare, coinvolgere lo spettatore, andare in profondità e rendere questo racconto universale. Il cinema, come strumento esperienziale, ci permette di conoscere microcosmi inaccessibili, ci permette di sviscerare le emozioni, aprire la narrazione ad una complessità di sguardo e di pensiero. Familia si pone questo obiettivo, raccontare la violenza, soprattutto quella psicologica e assistita; mostrarne le ferite profonde che segnano l'infanzia, per sempre.
L'intera architettura visiva del film può essere sintetizzata in un unico ambiente che, a livello simbolico, racchiude l'intera narrazione. L'immaginario del film ruota attorno all'idea di carcere. Gigi è prigioniero di innumerevoli gabbie, prigioni che sono innanzitutto emotive. Visivamente Familia dovrebbe restituire, soprattutto sul piano scenografico, questa idea di compressione e prigione emotiva".
Francesco Costabile
Origine: Italia (1982)
Regia: Gianni Amelio
Interpreti: Jean Louis Trinti, Laura Morante, Fausto Rossi, sonia Gessner, Vanni Corbellini, Laura Nucci, Matteo Cerami, Vera Rossi
Genere: Drammatico
Soggetto e Sceneggiatura: Gianni Amelio, Vincenzo Cerami
Fotografia: (panoramico-a colori) Tonino Nardi
Musica: Franco Piersanti
Montaggio: Anna Napoli
Durata: 108'
Produzione: Antea Cinematografica, Rai Radiotelevisione Italiana
Distribuzione: Gaumont
La vicenda del film è imperniata sul rapporto di Emilio, un ragazzo quindicenne intelligente e sensibile, con suo padre Dario, professore all'Università di Milano. Al tema dei rapporti si intreccia quello drammatico del terrorismo italiano. Durante una loro visita alla nonna nella sua casa di campagna arriva una Giulia e Sandro, lui allievo di Dario all'Universita Il padre, a contatto con i giovani, diviene allegro e brillante; Emilio, al contrario, silenzioso e schivo, li osserva e li fotografa. Lei appare intensa ed enigmatica, lui aggressivo ed inquieto. Qualche sera dopo, a Milano, Emilio è testimone di una scena sconvolgente: dopo un attentato dei terroristi ai carabinieri, un terrorista è rimasto a terra ucciso; ed è proprio Sandro, l'allievo di suo padre. Emilio torna a casa e senza dire nulla ai familiari (il padre è assente e la sorella e la madre gli appaiono estranee e lontane) riprende le fotografie scattate qualche giorno prima in campagna e, dopo averle osservate a lungo, segue l'impulso di riferire ai carabinieri quanto sa sull'argomento.
A questo punto avviene la prima frattura tra il padre ed il figlio. Dario rimprovera ad Emilio il suo gesto che, dice, è solo un'inutile perdita di tempo. L'episodio sembra chiuso, ma un giorno Emilio vede per strada Giulia, che la Polizia ricerca, e la segue fino ad un casermone periferico dove lei si nasconde. Ne parla al padre insistendo puntigliosamente perché Giulia se innocente, si costituisca ma Dario, ancora una volta, risponde in modo evasivo e lo esorta a dimenticare. Emilio, ormai tormentato da sospetti sempre più angosciosi, segue ancora Giulia e la fotografa mentre incontra suo padre. Ormai Emilio si completamente solo. La madre sembra vivere in un suo mondo particolare non vede e non sente nulla (stupida, sei una stupida - le mormora il figlio mentre lei ha le orecchie coperte da un dittafono).
Emilio scappa di casa, scappa da suo padre. E, quando i due si ritroveranno, la situazione precipita in una irrimediabile.
L'indomani Dario va a casa di Giulia a portarle un biglietto ferroviario per la fuga, ma sono arrestati dai carabinieri e portati via. Emilio osserva la scena da strada; la sua intransigenza morale, il suo amore per l'ordine l'ha mutato in un delatore che, vincendo il sentimento, ha colpito al cuore.